Il dolore neuropatico non è solo un sintomo, ma una realtà devastante che impatta profondamente la vita dei pazienti. Tuttavia, nel contesto giuridico, questa sofferenza è ancora spesso relegata a un’appendice del danno biologico tradizionale, una mera indicizzazione che non coglie la complessità e la gravità del fenomeno.
Le pronunce della Corte di Cassazione e dei tribunali italiani hanno iniziato a esplorare la possibilità di riconoscere il dolore neuropatico come un danno autonomo, ma siamo ancora lontani dall’aver stabilito criteri univoci e consolidati. Sentenze come quella del Tribunale di Roma (2018) e la Cassazione n. 6243/2015 mostrano un timido avanzamento verso il riconoscimento di sofferenze non immediatamente visibili, ma il cammino è ancora lungo.
Il vero passo avanti consisterebbe nell’introdurre tabelle di valutazione specifiche per il dolore neuropatico, riconoscendolo non solo come un’appendice del danno biologico, ma come un elemento autonomo e aggiuntivo, con un impatto psico-fisico devastante che merita una valutazione separata. Questo richiede una riflessione profonda da parte della comunità accademica e giuridica, per ridisegnare i criteri di quantificazione del danno e garantire una giustizia più equa e rispondente alla realtà.
Nevra continua a lavorare in questa direzione, ma è solo con il contributo attivo di giuristi e accademici che potremo finalmente vedere una riforma concreta. È tempo di riconoscere il dolore neuropatico per ciò che è: un danno autonomo che merita un risarcimento adeguato.
Per restare aggiornato sulle nostre prossime attività, segui Nevra sui social.