Viviamo in una società che ha paura del dolore invisibile. Se non si vede, se non si misura con un termometro, allora non esiste.
Ma cosa succede quando il dolore c’è, ma nessuno lo riconosce?
Il dolore neuropatico è una condizione che strappa via identità, relazioni, possibilità. Non ha segni esteriori evidenti, non lascia cicatrici visibili. Eppure, chi ne soffre vive prigioniero di una gabbia invisibile, incompreso, spesso abbandonato.
Un dolore che diventa solitudine, negazione, annullamento sociale.
La domanda è: quanto siamo disposti ad ascoltare il dolore degli altri? Quanto spazio diamo alle sofferenze che non rientrano nei canoni visibili della malattia?
Chi soffre di dolore neuropatico non chiede compassione. Chiede riconoscimento. Chiede di esistere.
E se la sofferenza non avesse bisogno di essere visibile per essere reale?
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