Di microbiota intestinale tanto si è parlato e tanto si continuerà a parlare. Ma, nessuno, almeno fino a oggi, ha indagato il legame che intercorre tra lui e il dolore neuropatico.
Prima di parlare del rapporto tra microbiota intestinale e dolore neuropatico, ricordiamo in breve che cos’è il microbiota e quali funzioni possiede. E, infine, cos’è il dolore neuropatico, da cosa è causato e quali sono i suoi sintomi.
Che cos’è il microbiota intestinale e quali funzioni ha
Il microbiota è l’insieme di tutti i microrganismi (batteri, funghi, lieviti, fagi, virus) che albergano nel nostro organismo senza danneggiarlo. Questi sono circa dieci volte più numerosi rispetto alle cellule e, infatti, in ciascuno di noi sono presenti più di 100 trilioni di microrganismiche coesistono in varie sedi del corpo umano1,2.
La composizione del microbiota varia da sito a sito, ma quello intestinale è certamente il più significativo per il mantenimento della nostra salute2.
Un microbiota intestinale sano svolge numerose funzioni essenziali nell’ambito di3:
- metabolismo dei nutrienti;
- metabolismo di xenobiotici e farmaci;
- protezione nei confronti di agenti patogeni;
- immunomodulazione;
- integrità della barriera intestinale.
Dolore neuropatico: definizione, sintomi e cause
Il dolore neuropatico è il dolore derivante da una lesione o una malattia del sistema nervoso somatosensoriale4. È una condizione cronica che impatta negativamente sulla qualità di vita di chi ne soffre e si contraddistingue per un ampio ventaglio di sensazioni lancinanti e/o brucianti5. Tra quelle maggiormente riferite figurano allodinia, iperalgesia, anestesia dolorosa, disestesia, iperestesia, iperpatia e parestesia5.
In breve, le cause del dolore neuropatico6.
- Lesioni derivanti da traumi riportati anche a seguito di incidenti stradali e infortuni sul lavoro: trauma contusivo di uno o più nervi periferici, compressione di uno o più nervi periferici, stiramento e strappamento di uno o più nervi periferici, trauma spinale e cerebrale, sindrome arto fantasma post-amputazione, patologie post-churugiche.
- Malattie: neuropatia diabetica, sclerosi multipla, alcolismo, malnutrizione, trattamenti chemioterapici, esposizione protratta a sostanze tossiche, porfirie, nevralgia trigeminale e patologie infettive con interessamento del sistema nervoso, compresa la neuropatia post-herpetica.
Ad oggi, il dolore neuropatico rappresenta un’importante sfida medica perché i trattamenti attualmente disponibili non sono scevri da possibili effetti collaterali ragion per cui, la comunità scientifica sta esplorando nuove strade anche in chiave interdisciplinare. In tale contesto, la modulazione del microbiota intestinale potrebbe rappresentare una nuova potenziale strategia per il trattamento del dolore neuropatico7.
Strategie terapeutiche per il trattamento del dolore neuropatico: quando il dolore origina da un trauma
Come abbiamo visto, il microbiota intestinale ricopre diverse importanti funzioni e grazie alla sua modulazione, in termini di numeri e diversità, è possibile mantenere un equilibrio benefico per la salute dell’ospite8.
Alcuni modulatori (probiotici, vitamina D, dieta, trapianto di microbiota fecale umano) potrebbero però anche rivelarsi utili nel trattamento o nell’attenuazione del dolore neuropatico.7
Ci si domanda dunque come il microbiota intestinale possa, per esempio, essere collegato a un dolore neuropatico derivante da un trauma7.
Si ricorda che tale tipologia di dolore, nota come neuropatia traumatica o dolore da lesione nervosa, è un disturbo doloroso che tende a cronicizzarsi nel tempo ed è riconducibile a una compromissione del sistema nervoso causata, a sua volta, da un trauma fisico7.
Studi preclinici, condotti su topi con lesioni da costrizione cronica del nervo sciatico, parlano di una diversa composizione del microbiota con un importante aumento dei generi Helicobacter, Phascolarctobacterium, Christensenella, Blautia, Streptococcus, Rothia e Lactobacillus7. Parallelamente, si osserva un calo significativo di Ignatzschineria, Butyricimonas, Escherichia, AF12 e Corynebacterium7.
Inoltre, 72 metaboliti nel sangue e 17 metaboliti nel midollo spinale hanno mostrato un’importante espressione differenziale tra i ratti con lesione e gli esemplari fittizi7.
Da un secondo studio condotto su topi emerge che la deplezione del microbiota intestinale, mediante pretrattamento con una miscela di 4 antibiotici [vancomicina (0,5 g/L), ampicillina (1 g/L), neomicina (1 g/L) e metronidazolo (1 g/L)] aventi come target diversi tipi di batteri, potrebbe ridurre l’iperalgesia termica e inibire l’attivazione delle cellule gliali spinali negli animali con danni ai nervi7. Da notare che il trapianto di microbiota fecale umano, dai topi di controllo ai topi trattati con antibiotici, ha ripristinato il dolore neuropatico con iperalgesia termica7.
I phyla Akkermansia, Bacteroides e Desulfovibrionaceae sono, infine, i più abbondanti nelle feci dei topi con lesione, elemento che indica forse un ruolo chiave di questi stessi ceppi nella fisiopatologia del dolore neuropatico di origine traumatica7.
Per contro, nel passaggio dalla fase preclinica a quella clinica, si registra un risultato opposto nell’ambito di uno studio caso-controllo perché la somministrazione di fluorochinoloni orali o amoxicillina-clavulanato induce un aumento dell’incidenza di neuropatia periferica7.
A prima vista, questi dati possono apparire contraddittori, ma è indispensabile leggerli ricordando che siamo di fronte a una diversa miscela di antibiotici e che gli stessi possono ipoteticamente alterare il microbiota intestinale di diversi esemplari animali in altro modo7.
Conclusioni
Recenti studi evidenziano il potenziale ruolo di alcuni degli strumenti di modulazione del microbiota intestinale nell’ambito del trattamento del dolore neuropatico derivante da chemioterapia, diabete mellito, trauma, nevralgia del trigemino, neuropatia post-herpetica e lombalgia.
I risultati di queste ricerche costituiscono un tassello preliminare e, pur lasciando spazio a molte domande, sono incoraggianti e meritevoli di ulteriori approfondimenti atti a ottimizzare gli interventi terapeutici per la gestione del dolore neuropatico cronico.
Ricordiamo infatti che, a oggi, i trattamenti proposti non sono esenti da effetti indesiderati che inficiano ulteriormente la qualità di vita di chi convive ogni giorno con il dolore.
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