Il dolore cronico neuropatico post-traumatico non è solo un sintomo. È la conseguenza di una lesione che cambia la vita e che spesso resiste a qualsiasi trattamento.
Eppure, nelle tabelle di danno biologico, resta confinato a un semplice “incremento”, una percentuale aggiuntiva che non rende giustizia a chi vive una condizione invalidante quotidiana.
Noi di Nevra crediamo che sia tempo di superare questa invisibilità. Come? Con una certificazione clinica chiara, una sorta di “bollino blu” del dolore, rilasciata non da chiunque, ma dai centri di terapia del dolore accreditati, legittimati e riconosciuti.
Un bollino che attesti:
- il nesso con la lesione traumatica
- la refrattarietà a ogni trattamento
- lo stato di invalidità permanente
Ma perché questo diventi realtà, serve un passo ulteriore: che le Regioni – a partire dalla Lombardia – riconoscano ai centri di terapia del dolore una qualità diagnostica certificata, attraverso l’adozione di un protocollo condiviso e uniforme.
Questa non è solo una battaglia di pazienti. È un’opportunità per l’intera sanità pubblica.
In un momento storico in cui il sistema sanitario è chiamato a rinnovarsi, il riconoscimento del dolore neuropatico può diventare un banco di prova:
- garantire diagnosi uniformi
- ridurre contenziosi giudiziari
- offrire equità e giustizia sociale
- migliorare la presa in carico multidisciplinare
Il dolore cronico non deve restare un’ombra nelle cartelle cliniche e nelle aule di tribunale.
Può diventare il terreno su cui costruire una sanità più giusta, più precisa e più vicina ai cittadini.
Noi ci crediamo, e lavoriamo perché il dolore invisibile diventi un diritto visibile.